

Veltroni, la Casa del Jazz, dalla criminalità a luogo di gioia
Il ricordo dell'ex sindaco nel concerto inaugurale di Summertime
''Questo era un bene della criminalità organizzata. Noi entrammo qui nel 2004 quando l' agenzia incaricata della confisca dei beni ce lo consegnò. Provai rabbia nel vedere un luogo storico incastonato nel cuore della città e nell' area archeologica finito in mano alla Banda della Magliana. In questi venti anni migliaia di persone hanno dato vita a questo spazio che da luogo tetro è diventato un luogo di gioia''. Walter Veltroni, sindaco di Roma quando la Casa del Jazz venne inaugurata, ha ricordato come Villa Osio con il suo magnifico parco a ridosso delle Mura Aureliane venne restituito alla città intervendo prima del concerto di Enrico Rava, Stefano Bollani, Paolo Fresu, Enzo Pietropaoli e Roberto Gatto che ieri sera ha inaugurato Summertime, la rassegna di concerti estivi della Fondazione Musica per Roma in programma fino al 9 agosto. ''Sembrava una scena del Padrino - ha detto - c' erano degli elefanti dorati giganteschi…. Decidemmo di farne la casa del Jazz. Chi lavorò qui alla ristrutturazione della casa racconta che Enrico Nicoletti, il tesoriere della Banda della Magliana al quale era stata confiscata, passava ogni tanto un po' per intimorire un po' per segnare della sua presenza la vicenda di questo luogo''. ''Ne è valsa davvero la pena - ha aggiunto - Villa Osio è un luogo incantevole dove era giusto che si consacrasse la musica più libera, il jazz, che proprio per questo le dittature tendono a vietare. Apparteneva a quel sistema di Case che aprimmo, Cinema, Architettura, Memoria, Teatro e poi l' Auditorium. Faceva parte di una idea''. Veltroni, ricordando l' inaugurazione con il presidente Ciampi e don Luigi Ciotti, ha fatto riferimenti alla lapide all'ingresso dedicata tutte le vittime della mafia ''perché ci si ricordi che anche se ha smesso di uccidere e fare strage la mafia è ancora un drammatico problema del nostro paese''. Il sindaco Roberto Gualtieri ha definito ''una scelta geniale ribaltare il punto più basso rappresentato dalla banda della Magliana, il potere della mafia su Roma, la violazione di ogni regola trasformando questo luogo nella casa della libertà e dell' improvvisazione, dove i musicisti di tutto il mondo parlano lo stesso linguaggio e in una città dove c'è una tradizione di jazz straordinaria. Dobbiamo essere orgogliosi di Roma che torna a moltiplicare i luoghi della cultura in continuità con una stagione in cui Veltroni e l' assessore Gianni Borgna pensarono politiche culturali radicate nelle istituzioni''. Enrico Rava, protagonista con i suoi compagni di avventure del bellissimo concerto che ha visto la reunion del quintetto a 25 anni di distanza dal progetto 'Shades of Chet' nato per rendere omaggio al grande trombettista, con la sua solita ironia ha spiegato al pubblico: ''Avevamo deciso di suonare il repertorio di Chet Baker ma siccome lui ha suonato praticamente tutto ciò che è stato scritto, fare il suo repertorio equivale a suonare qualunque cosa ci venga in mente''.
F.Hakansson--StDgbl